Camminando lungo l’area portuale di Pozzuoli, è impossibile non ‘inciampare’ in tre antiche colonne in marmo che, fiere come un Dio, si ergono sulla città. Quando furono costruite? E cosa rappresentano? Scopriamolo!
Macellum o Tempio di Serapide, per il duplice interesse che esso ha, archeologico e scientifico, è il monumento più singolare di tutta la regione flegrea, ed uno dei più noti di tutto il mondo antico. Invaso e sommerso dalle acque termominerali che scaturiscono dal sottosuolo in prossimità del litorale (già utilizzate in epoca medievale a fini terapeutici, chiamate Balneum Cantarellus), esso ha rappresentato per alcuni secoli l’indice metrico più prezioso e preciso che si aveva a disposizione per misurare il fenomeno del bradisismo.
Tre delle quattro grandi colonne di marmo cipollino che ancora fronteggiano, diritte sulle loro basi, la sala absidata al centro della parete di fondo, servivano come strumento di misurazione del fenomeno; infatti lungo il loro fusto, i fori dei litodomi (molluschi foraminiferi che vivono a pelo d’acqua, chiamati popolarmente “datteri di mare”), indicano chiaramente il livello più alto a cui è giunta in passato l’acqua del mare (m. 6,50 ca.), a testimonianza della sua massima sommersione marina avvenuta in epoca medievale (X secolo) quando il monumento risultava sepolto nelle parti basse, mentre superiormente era parzialmente sommerso dalle acque marine.
A seguito della seconda crisi bradisismica e dell’intensa attività sismica del 1983, attualmente esso risulta ad una quota superiore rispetto al livello del mare